
“Poi Rocha Leona forte in vere.”
Cantilena pro potenti domino Petromaria Rubeo (Gerardo Rustici, 1463)

“Poi Rocha Leona forte in vere.”
Cantilena pro potenti domino Petromaria Rubeo (Gerardo Rustici, 1463)
L'Associazione ROCHA LEONE APS nasce nell'ottobre del 2023
con lo scopo di valorizzare il Castello di Roccalanzona e riportare VITE all'interno delle mura rimaste.
Dal febbraio del 2024, grazie ad un contratto di comodato d’uso gratuito ventennale con la proprietà, Comunità di Betania ODV,
l’Associazione si impegna nell’organizzazione di attività ed eventi.
Siamo convinti che la sensibilizzazione verso questo luogo sia un punto d'inizio necessario per un obiettivo ben più grande ed ambizioso, ovvero arrestare il declino di questo simbolo importante del territorio.
I ruderi del castello di Roccalanzona si elevano su una rupe ofiolitica a 497 m s.l.m., visibile da un ampio tratto delle valli del Taro e del Ceno. Il castello era presente sicuramente nell’XI secolo. Infatti, il primo documento in cui viene attestata la presenza di un castrum, è del 4 luglio dell’anno 1028. Si tratta di una vendita di numerosi beni, terre, castelli e chiese nei territori di Parma e Piacenza, in cui compare “ROCCHA PETRALUIZONI CUM PORTIONE CASTRO ET ROCCHA IBI HABENTE”. Pietro, sacerdote della chiesa di San Pietro di Paderna nel Piacentino, risulta il compratore di questi beni da Ildegarda (figlia di Oddone, di legge salica e sposata con Oddone di legge longobarda), per la somma di mille libbre. Ma perché Ildegarda aveva questo potere? Chi era questa donna? Ildegarda era la nipote della canossana Prangarda e ne porta il nome della madre, la moglie di Adalberto Atto di Canossa.
Dopo il 1028, si trovano di nuovo notizie di Roccalanzona in una donazione del 1176, dove si menzionano due fratelli, Musio e Adegerio figli del fu Oberto di Roccolonzono, i quali insieme ad altri due personaggi piacentini, fanno una donazione di un terreno posto a Congelasio al Monastero cistercense di Chiaravalle della Colomba presso Alseno. È con il decreto del Comune di Parma del 1297 (per la non ricostruzione dei castelli “ghibellini”) che si possono avere notizie sul castello. Risulta infatti nella lista anche Roccalanzona. Ma chi erano i possessori al tempo del decreto?
Non vi sono documenti espliciti che riportano l’appartenenza ai Pallavicino del castello di Roccalanzona, ma è molto probabile che questa famiglia ne fosse stata padrona per un breve periodo, visto che dal testamento del vescovo Jacopo Rossi del 1418 si capisce che i Pallavicino ancora vantavano diritti sul castello.
Questo prova che il castello di Roccalanzona era in possesso dei Rossi.
Dopo la morte di Pietro Rossi nel 1438, è suo figlio Pier Maria Rossi ad assumere le redini del casato.
Tra 1448 e 1460 Pier Maria fa costruire il castello di Torrechiara, dove nella Camera d’ Oro, affrescata da Benedetto Bembo intorno all’anno 1460, viene illustrata la storia d’amore con Bianca Pellegrini (che abiterà nel castello di Roccabianca con i due figli), che era stata moglie di Melchiorre d’Arluno, nobile milanese. “Invocato il nome della redemptrice di cuy pronome porto io petro rosso fonday sta roche altiera et felice M de magio quarantaocto era il corso CCCC et cum divino aiuto fu perfecta avanti chel sexanta fusse scorso” Nella Camera d’Oro Benedetto Bembo affrescò i 24 castelli appartenuti a Pier Maria Rossi, e tra le quattro vele, troviamo il castello di ROCHA LEONE, che compare per la prima volta con tale denominazione.
Oltre all’affresco del Bembo, anche Gherardo Rustici, poeta piacentino, ci accenna al castello di Roccalanzona. Esso lo menziona nel 1463 nella “CANTILAENA PRO POTENTI D. PETRO MARIA RUBEO BERCETI COMITE MAGNIFICO EI NOCETI DOMINO, ETC.” ricordandolo insieme agli altri castelli di Pier Maria: Torrechiara, Roccabianca, San Secondo, Noceto, Sant’Andrea, Carona, Bardone, Corniana, Roccaprebalza, Berceto, Roccaferrara, Corniglio, Pugnetolo, Beduzzo, Castrignano, Felino, Basilicanova. Gherardo così cantò “Per tanto sequiro dil nobil paladino. Magnifico potente signor di castel, Chi con lo imperio bel. Rege in pace il suo paese iucundo. Prima rocha bianca con san secondo. Signore appelato di quil nocete. A cui vene drete. Sancto andrea fratel di piere. Poi rocha leona forte in vere...”
Già nell’anno 1479 Ludovico il Moro tentò di espugnare il castello di Roccalanzona: “Avendo Pier Maria Rossi mutato il castellano della sua Roccaleone o Rocca Lanzona, si tentò notte tempo di scalarla; ma il nuovo custode che avea preveduto un tale attentato, di cui furono incolpati i figli di Nicolò Pallavicino, mandollo a vuoto”.
Dopo la morte di Pier Maria Rossi (1 settembre 1482) il castello di Roccalanzona passò nelle mani del figlio legittimato, Bertrando. Successivamente Troilo Rossi (figlio di Giovanni, secondogenito diseredato di Pier Maria) eredita la Contea di Berceto e il Castello di Roccalanzona, in quanto Bertrando Rossi muore senza figli nel 1502.
Le notizie riguardanti Roccalanzona nel secolo XVI si ricavano dalla Cronaca scritta dal sacerdote bercetese don Giorgio Franchi, Cronaca relativa agli anni 1543-1557. Nel 1666, con il rogito Pisani, il Castello di Roccalanzona, insieme ad altre proprietà dei Rossi, venne venduto dal Conte Scipione Rossi, travolto dai debiti, alla Camera Ducale di Parma. Nel rogito il Castello viene così descritto: “La rocca o casa, che altre volte serviva di habitazione al sig. feudatario, è posta sopra l’alto scoglio di un sasso al quale si sale per ultimo a piedi; questa è tutta cadente e rovinosa, et in gran parte del tutto caduta, massime per le cose di dentro.” Il 2 aprile del 1692 la Camera Ducale di Parma cedette il castello di Roccalanzona e le terre circostanti al marchese Agostino Ercolani di Senigallia. Tale proprietà scomparve nel 1805, per legge napoleonica, ma rimase nelle mani dei marchesi Ercolani, insieme ad altre terre circostanti, come proprietà privata.
Attualmente è di proprietà della Comunità di Betania e in comodato d’uso all’Associazione Rocha Leone.
(Bibliografia di riferimento: Cerocchi S., Roccalanzona Castello, Chiesa e l’Epigrafe del Primo Giubileo. Ildegarda I.D. 1028. Novità in Camera d’Oro e il castello di “Sancto Andrea”, II edizione ampliata, Parma 2023)
OBIETTIVI

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SICUREZZA OPERE MURARIE
